Il Tamburello dal 1926 - TAMpoint digital snc by Tamburelli Giacopuzzi


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La pelle

PRODOTTI


LA PELLE




La prima grossa difficoltà si presentava subito al momento della scelta delle pelli per un impiego che era straordinario: questa operazione richiedeva particolare intuito e lunga esperienza. Ogni pelle è diversa dall'altra, così come ogni cavallo e ogni persona: c'è per esempio il leggero cavallo da corsa e quello pesante da tiro, quello che ha lavorato molto e quello che ha lavorato poco, quello giovane, meno giovane e vecchio, e scendendo a caratteristiche sempre più personali e proprie di ogni animale, la tipologia potrebbe continuare. Così le pelli delle cavalle, come tutte le pelli delle femmine, erano più sottili, più morbide, rendevano di più nel gioco, una volta che fossero fissate sul cerchio. E dalla qualità della pelle dipendeva la sonorità dell'attrezzo.

Anche le pelli qua e là più o meno intaccate dal coltello dello scortichino, andavano scartate: rimanevano buone per diventare scarpe. Altre ferite esterne infine potevano essere prodotte dal prolungato uso di collari, dalle catene e dai finimenti che a lungo avevano sfregato sulla pelle dell'equino. Ripeto, bisognava possedere un' abilità e un'esperienza tutte particolari per avvertire tutto ciò che potesse condannare a breve vita il futuro tamburello.
Siamo così arrivati al momento più importante del processo di lavorazione: la depilazione, le tre successive conce delle pelli, la triplice e sempre più delicata pulitura, occupavano tutta questa fase. Le formule chimiche qui si sposavano con le intuizioni suggerite dalla pratica, mentre il desiderio del nuovo spingeva a tentare talvolta vie inesplorate, per la gioia di dare sportivi attrezzi sempre migliori. Scordavo di dire che per la costruzione dei tamburelli era adoperata solo la parte anteriore di ogni pelle di cavallo che è la più eccellente e nobile dell'animale. Da ogni pelle di cavallo così ridotta si ricavavano in media da 8 a 10 tamburelli, di cui uno o 2 eccezionali. Quest'ultimi potevano lanciare la palla 7/8 metri in più degli altri, erano dati solo dalla pelle sottile e striata di nervature, ritagliate sulla spalla e sul petto.



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